Che cos'e la guerra by Quirico Domenico

Che cos'e la guerra by Quirico Domenico

autore:Quirico, Domenico [Quirico, Domenico]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il jihadista tunisino è stato ucciso nel 2016 a Idlib, in Siria. Il proiettile di un cecchino dell’esercito siriano gli ha fatto esplodere il cervello mentre avanzava in un quartiere conteso della periferia della città. Nessuno degli uomini che erano con lui si è salvato.

Seconda parte

LO STATO ISLAMICO

Alla fine degli anni Novanta era stata proclamata – nientemeno! – la fine della storia. L’Unione Sovietica, il grande nemico, e l’ideologia comunista, di cui Mosca era la manifestazione in termini di potenza, erano in frantumi. Dieci anni prima, nel 1989, era caduto il Muro di Berlino, simbolo di una storia che durava, immobile dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le due grandi potenze, Stati Uniti e URSS, con il codazzo dei rispettivi satelliti, alcuni volontari (quelli dell’Occidente), altri per necessità (quelli di Mosca), si erano sfidate nelle zone grigie, Africa e Asia, dove era ben chiaro che lo scontro non sarebbe arrivato al capitolo finale. L’arsenale atomico che da qualche anno, grazie alla distensione, si riduceva simmetricamente – ma restava in grado di scatenare un’apocalisse capace di distruggere il pianeta – impediva che la guerra da fredda diventasse calda.

Ma ormai uno dei due contendenti si era autodissolto: un enorme gigante marcito per un processo di erosione interna di cui erano parte la fragilità economica, l’incapacità dei dirigenti e il malcontento delle popolazioni, stufe di tirare la cinghia per inseguire il miraggio di un paradiso terrestre che sembrava allontanarsi invece che farsi concreto. E allora? L’Occidente aveva vinto. Fine! Riposo!

Niente più guerre, caos, violenze, battaglie ideologiche più o meno ipocrite… La democrazia di stampo occidentale era destinata a diffondersi placidamente a sud e a nord, a est e a ovest. Chi avrebbe mai pensato che non fosse il migliore dei mondi possibili? Il Grande Nemico aveva dimostrato che non esisteva alternativa o modello in grado di resisterle.

Soffiava il vento della globalizzazione proclamata dagli americani vittoriosi, ricchi, armati ora non solo di missili e portaerei ma anche di computer e di Internet, una globalizzazione presentata come la sola ideologia universale a cui tutti erano cortesemente sollecitati a aderire e adeguarsi il prima possibile. L’America aveva il monopolio della bugia, non doveva più vedersela con la scomoda concorrenza. Il futuro? Un mondo di consumatori soddisfatti e golosi, assopiti dal rito universale del centro commerciale in cui la libera circolazione degli oggetti avrebbe creato l’unico comunismo possibile, quello del carrello ricolmo e del libero accesso all’utile e all’accessorio. Sul pianeta, a sentire alcuni esperti ed economisti, incombeva dopo le lugubri sinfonie guerresche del Novecento la noia del settimo giorno, quello della Creazione ultimata.

Certo, c’era ancora un miliardo e mezzo di uomini, i cinesi, che non avevano somministrato l’estrema unzione al Comunismo, ma anche loro, a milioni, stavano avanzando sulla via del nuovo Verbo, il Consumismo. Anzi l’unico problema era che come tutti i neofiti avanzavano un po’ troppo al galoppo e rischiavano di superare i vecchi maestri, diventando un po’ troppo ricchi.

Ancor minori turbamenti sorgevano nei riguardi di altri miliardi di uomini, stipati in quello che



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